Un giro sul 516, raccontato da un’amica
di Erica Magnaguagno
“Maa sei sicura?…””Si’ si’ andiamo e’ come sempre.. quando arriviamo su’ poi si apre .. la mattinata e’ buona ho guardato il meteo.. stai tranquilla, dai partiamo! In 2 ore e mezza massimo 3 riusciamo a fare tutto il giro!”
Ci vuole coraggio e una buona motivazione per partire dalla grigia pianura modenese e reggiana con davanti gli occhi solo foschia e percorrere quei km di curve e strada che ci separano da un altro paesaggio, un paesaggio pluridimensionale tutto da scoprire, una scommessa sul meteo e una prova di volontà’! Quando poi la mattinata e’ incerta e nel pomeriggio di sicuro arriveranno secchiate d’acqua il decidere dove andare in montagna e’ sempre un interrogativo, di sicuro ho ben presente che non voglio rischiare di restare intrappolata in lunghi percorsi o in altitudini impegnative dove di sicuro preferirei non trovarmi nel mezzo ad un acquazzone. La sera prima cercavo animosamente alternative possibili all’ormai solcato giro sotto casa.. quando navigando in rete sono approdata sui sentieri di Pavullo, così’ ben elencati sul sito dell’omonimo CAI con tempi, dislivelli e la preziosa traccia gpx..e’ stato veramente come scovare un prezioso tesoro!! Questi sentieri escursionistici di media montagna sono perfetti quando per preferenza, necessità o “aggregazione di neofiti” si preferiscono percorsi facili ma che sanno comunque offrire scenari montani unici, ricchi di emozioni. Molti dei sentieri presenti sono ad anello con dislivello moderato…quindi perfetti per questo sabato di mezzo autunno dal tempo incerto ..quindi leggo attentamente, ricontrollo il sito dell’arpae, ne scelgo uno e per domani la meta e’ decisa … il 516!
La partenza indicata e’ in prossimità’ dell’elegante palazzo Ducale, che non avevamo mai visto tra l’altro.. quindi breve sosta all’info point dove recuperiamo una cartina, ok il gpx ma.. non si sa mai ..e si parte. Guardando il palazzo notiamo subito il segno rosso e bianco sulla sinistra che invita a percorrere il percorso in quella direzione, quindi ci addentriamo nel parco Ducale ed inizia la caccia alla tracciatura finché trovata la fontana il percorso prosegue subito adiacente e ben segnato, abbiamo perso la traccia solo quando ci siamo distratte in chiacchere! Il percorso e’ in continua evoluzione, una sorpresa scoprire in poco più’ di 8 km un susseguirsi di paesaggi vari che alternano carrareccie a sottili tracciati dalle ampie vedute a tratti di bosco dai colori autunnali dove l’unico suono e’ dato dall’alternarsi dei passi e dal toc delle foglie di castagno che cadono a terra. Nel punto più alto non troviamo la croce di vetta o un punto panoramico ma la sorte comune a queste cime minori e’ diverso e per questo anziché’ fermarci acceleriamo il passo, la bellezza in questo caso non sta nella vetta ma nel percorso. Sono presenti anche brevi tratti di asfalto e di strada statale che rientra dopo poco nel sentiero. Notevole l’imponente quercia secolare che ti accoglie a rami aperti nella vasta radura incredibilmente verde poco dopo Campiano, l’orizzonte spazia e ti senti un po’ cavaliere errante. Si incontrano successivamente anche diversi punti di interesse storico che arricchiscono di mistero il nostro tragitto. Sembra che sia passato più’ del tempo segnalato, in effetti ce la siamo presa comoda e tra soste e foto abbiamo superato le 3 ore ma il tempo é scivolato veloce perché’ sono tante le cose viste e come il venticello scorre veloce tra i rami anche questa mattinata e’ passata lasciandoci l’ebbrezza di una giornata appagante. Ormai le nuvole si sono addensate tra non troppo inizieranno ad arrivare le temute secchiate d’acqua ma noi saremo già sulla strada del ritorno o.. con le gambe sotto al tavolo se vorremo fermarci qui. Un percorso semplice e suggestivo, una ricchezza per tutti coloro che avranno voglia di ripercorrere questo piccolo pezzo di appennino e un grazie profondo al lavoro di tutti i volontari del Cai che lo hanno reso possibile.